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Milano

Parcheggio e istituzioni

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“Dove c. è la macchinetta”? questa la domanda di migliaia di milanesi, pendolari, turisti che cercano di parcheggiare la macchina. In centro come in periferia. In quasi tutte le grandi e piccole città italiane, c’è vasta disponibilità di pulsantiere a moneta, generalmente a portata di visuale in qualsiasi parcheggio. Infili la moneta, stampi il tagliando e via. A Milano c’è la via crucis. Che spesso diviene blasfema, grazie al rosario di imprecazioni dell’automobilista. Le alternative sono due: o un mostruoso tagliando da grattare, con caselle cifrate larghe come un microchip (tempo di grattatura: 10 minuti, e per ogni ora devi compilare un diverso tagliando), oppure la ricerca della macchinetta. Che non c’è mai. Sparite in via Verdi dopo i lavori, rarissime in zona Venezia. Oltre la cerchia dei Navigli trovare la macchinetta è come avvistare l’Uomo delle Nevi. Del resto, anche il tagliando va acquistato, dal tabaccaio convenzionato naturalmente, che si trova chissà dove. Esemplare il caso di Pagano M1, la più vasta area parcheggio fuori Area C. L’equivalente di Piazza Duomo, che ha una macchinetta. Una. Ubicata non al centro del parcheggio ma su un lato invisibile a chiunque abbia appena sistemato l’auto nel piazzale. Per fortuna ci sono i parcheggiatori abusivi: immigrati o rifugiati multilingue che con una certa competenza e cortesia (anche in inglese) ti indicano il parcheggio libero, e ti procurano il tagliando. Che sia la nuova strategia italiana per l’integrazione?

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