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Isolati nella propria stanza. Chi sono gli adolescenti hikikomori

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Hikikomori: in giapponese significa “stare in disparte”. Una scelta che ha i contorni di un grave disagio psicologico. Un numero crescente di adolescenti è hikikomori. Cosa significa? Hikikomori è un giovane che si autoesclude da tutto, si isola e si rinchiude nello spazio della propria cameretta, in compagnia solo del computer o dello smartphone. Un fenomeno drammatico, che può sfociare nella scelta estrema del suicidio. Come nel caso recente di un ragazzo di Torino al quale la madre aveva tolto il Pc nella vana speranza di rimediare al suo isolamento. Risultato: il ragazzo si è gettato dal quinto piano. È difficile capire quando un ragazzo o una ragazza (ma sono soprattutto i maschi ad essere colpiti) è davvero a rischio. Nell’adolescenza un po’ tutti si isolano, diventano introversi, snobbano i genitori, rompono amicizie. Il confine tra normalità e patologia non è netto. E poi molte famiglie non sanno cos’è questo malessere, un padre o una madre impegnati nel lavoro, alle prese con mille impegni e responsabilità, non sempre possono conoscere i nuovi fenomeni sociali. Come la madre di Torino, poveretta, che pensava di far bene sequestrando il Pc al figlio e invece… A Milano almeno c’è un’associazione a cui fare riferimento. Si chiama Hikikomori Italia ed è presieduta da Marco Crepaldi. I numeri di cui è in possesso parlano di un problema in aumento: 100mila le persone colpite in Italia. Circa 10mila sono in Lombardia. A Milano ci sono un migliaio di casi. Le stime non sono precise, ma più o meno le cifre sono queste. Milano è ai primi posti. Forse perché la tecnologia è più pervasiva o semplicemente perché qui le novità, anche quelle brutte, arrivano in anticipo. E poi si sa che una metropoli può essere più straniante. Ma chi sono i giovani hikikomori? Ricostruiamo l’identikit: di solito sono adolescenti alle prese col passaggio dalle medie alle superiori o dalle superiori all’università. Spesso hanno subito atti di bullismo o di cyberbullismo. Sono più sensibili e più intelligenti della media. Possono essere stati emarginati dai coetanei a scuola o nella squadra dove giocavano. La reazione può essere il rifiuto di ogni relazione sociale. Ma quando una famiglia deve cominciare a preoccuparsi? E a chi si può rivolgere? In genere non ci sono risposte. Ma in Lombardia l’associazione Hikimomori Italia è un aiuto. È presente con quattro gruppi: Milano Nord e Sud; Bergamo-Brescia-Cremona-Mantova; Varese-Como-Lecco–Monza e Sondrio. È formata da genitori ed esperti. Il percorso è a ostacoli e occorrono anni per uscire dal tunnel. Una curiosità: in Giappone centinaia di migliaia di adolescenti hanno scelto di segregarsi nella propria stanza. Da qui l’utilizzo di un termine giapponese. Da noi per fortuna la situazione è meno grave. Ma non va taciuta.

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