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Too fat to have a baby?

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Sovrappeso e maternità

Pregiudizio o verità? Una donna in sovrappeso, molto in sovrappeso, ha o no diritto alla maternità? È giusto che i centri per la fertilità rifiutino i loro trattamenti a potenziali madri ritenute troppo grasse? Il New York Times Magazine ha raccolto la dolorosa testimonianza di una giovane donna taglia extra-large costretta, prima di riuscire a rimanere incinta, ad un vero e proprio calvario. Negli Usa un singolo ciclo di fertilizzazione in vitro costa tra i 10 e i 15mila dollari. Solo in pochi Stati si può contare su un’assicurazione che copra le spese. Chi è obeso e non rientra nei parametri richiesti, basati sul fatidico Body Mass Index (BMI), ovvero l’Indice di Massa Corporea, viene scoraggiato dalle cliniche e dai medici.

Usa: il caso di Gina Balzano

Nel Massachusetts, la prima volta che Gina Balzano si è sentita dire da uno specialista di essere troppo grassa per avere un bambino era il 2013. Aveva 32 anni e pesava 317 libbre cioè oltre 143 chili. Stava cercando di rimanere incinta dal 2010. Le sue condizioni di salute erano buone, pressione del sangue e livelli di colesterolo nella norma, niente diabete né malattie croniche, insomma nessuna delle malattie correlate all’obesità. Semplicemente non riusciva a rimanere incinta e voleva un aiuto. Niente da fare. Al rifiuto dei medici si associava ogni volta un clima ostile, freddezza durante le visite, nessun sorriso da parte del personale sanitario. La clinica era contraria alla fertilizzazione in vitro per pazienti con un indice di massa corporea oltre 45. Quello di Gina era di 51,2. Ma l’American Society for Reproductive Medicine non ha mai approvato il legame tra peso e concessione dei trattamenti. Tra l’altro in America la percentuale di donne obese cresce, nel 1994 erano il 25.4 per cento, nel 2016 il 41.1 per cento. Come fare?

La colpa di pesare troppo

Alcuni studiosi pensano che si stiano esagerando i benefici della perdita di peso prima del concepimento. La cosa più brutta è la ricaduta moralistica, la colpevolizzazione, il retropensiero per cui una donna obesa che voglia avere un bambino sia un’irresponsabile, incapace di educare il nascituro ad una vita sana. Una persona egoista e incosciente, che non si cura della salute della prole. Ma chi desidera un figlio è disposto a tutto. Diete drastiche e quando non basta persino un intervento chirurgico per ridurre lo stomaco, come quello al quale si è sottoposta Gina Balzano. Lei un figlio, perfettamente sano, alla fine lo ha avuto, con enormi sacrifici, dolore fisico e psicologico, senza contare l’esborso economico. La sua vicenda lascia aperti molti interrogativi che vanno anche oltre il tema delle cure per la fertilità. Essere in sovrappeso dà problemi che non ti aspetti.

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