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Milano

Bicocca, la magia di un Hangar

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Sarà che siamo innamorati di Milano, ma solo qui le ex aree industriali riqualificate sono affascinanti al punto da lasciare senza respiro. Il recupero degli immensi spazi una volta occupati da fabbriche e capannoni è un fenomeno che accomuna molte metropoli, da Berlino ad Amsterdam a Copenaghen. Milano spicca tra queste capitali sia per la quantità delle aree dismesse sia per la loro assoluta rilevanza nel panorama industriale europeo. Oggi molti di questi complessi ospitano spazi culturali destinati soprattutto all’arte contemporanea, di fatto supplendo all’assenza in città in un apposito museo. Uno in particolare desta davvero meraviglia, ancor più per il fatto di non essere forse celebrato come dovrebbe. Parliamo dello spettacolare HangarBicocca, voluto da Pirelli e inaugurato durante l’amministrazione della Moratti. Si sa, anche per gli spazi culturali e di aggregazione ci sono quelli che salgono e quelli che scendono. È in parte la politica a dettare le mode. Quest’anno è stato il momento di Expo e dell’area di Rho a nord-ovest di Milano. Molto in auge anche la Fabbrica del Vapore in via Procaccini, in pratica in centro città, e poi tutta la zona di via Tortona con l’ex Ansaldo ora occupato dal Mudec e palcoscenico del fortunatissimo Fuorisalone. Ma oggi vogliamo accendere i riflettori sull’HangarBicocca, stabilimento appartenuto alla Breda che si spostò nel quartiere all’inizio del Novecento, così come la Pirelli, la Falck e la Marelli, trasformato in centro polifunzionale di livello internazionale.  E’ un luogo magico, che conserva nella struttura, negli spazi infiniti, nei materiali, la memoria della grande industria che fu e di chi ne fece un universo pulsante di vita e di lavoro . Vi si alternano mostre incredibili. Al momento ospita, tra l’altro, Hypothesis di Philippe Parreno, prima antologica italiana dell’artista francese, un caleidoscopio di luci, musica, video che dialogano tra loro e coinvolgono il pubblico, esso stesso parte di una coreografia fantastica, tanto futuristica quanto legata alla Milano operaria del boom economico. Non è un caso che accanto ai giovani creativi si vedano tanti anziani anche del quartiere, di certo ex lavoratori della Breda, che guardano incantati quello che è oggi diventato il loro mondo di ieri. Visitarla per credere: Via Chiese,2 / M5 Ponale.

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