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Gillo Dorfles: “Milano? Non vedo tutto questo slancio”

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E’ passato un po’ in sordina l’incredibile racconto che Gillo Dorfles ci ha regalato domenica scorsa dalle pagine del Corriere della Sera. Una corsa a perdifiato dall’infanzia triestina fino ad oggi: 108 anni inimitabili, vissuti intensamente, con genialità e un’ironia che non lo abbandona. Un tempo lunghissimo, dalla nascita a Trieste (suddito di Francesco Giuseppe!) alla vita odierna nella sua Milano, la città che ha scelto come palcoscenico della sua attività di intellettuale e artista. In famiglia la bisnonna gli raccontava delle Cinque Giornate di Milano che lei aveva vissuto in presa diretta, fuori dalle mura domestiche ha frequentato i più grandi letterati e musicisti del Novecento, Svevo, Saba, Montale, Toscanini e con ognuno di loro ha intrecciato scampoli di vita pubblica e privata, basti pensare che fu Toscanini ad accompagnare all’altare sua moglie Lalla. Il racconto è scarno e leggero, non ha niente di enfatico. Anche quando parla della delusione per la Milano di oggi è semplice e diretto: “Tutto questo slancio, chiedo scusa, non lo vedo”. Milano è stata la capitale del design e della grande editoria, oggi non si vedono protagonisti all’orizzonte. E’ una valutazione che contrasta con l’epopea a cui siamo abituati soprattutto dopo Expo. Forse si è esagerato un po’ con il Rinascimento di Milano. Dorfles lo fa capire. Anche se la sua punzecchiatura non ha fatto granché rumore. Sembra che pochi se ne siano accorti. Solo distrazione?

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